Come mai, secondo lei, la sua saga romantico-vampiresca ha riscosso tanto successo tra i giovani, soprattutto tra le ragazze?
Credo sia dovuto al fatto che è una storia di vampiri scritta per chi non ama i libri di vampiri. Tutti noi siamo attirati da quello che ci fa paura, come prova il successo del genere horror. I vampiri, fra tutti i mostri orribili che ci terrorizzano, possiedono caratteristiche che noi ammiriamo: sono bellissimi, immortali, perennemente giovani, intelligenti, educati, eleganti. E poi c’è Bella, una ragazza qualsiasi che nel corso della storia scopre se stessa: si rende conto della propria intelligenza, della capacità di prendere decisioni importanti e della sua forza. Penso che la maggior parte delle mie lettrici si identifichi in lei.
Si attendeva sin dal primo libro, "Twilight", tanta risonanza mediatica, dalle televisioni giovanili (MTV per es.) alla stampa in genere, tanto da realizzarne una trasposizione cinematografica?
Assolutamente no, ne sono stata letteralmente travolta! Quando ho scritto Twilight, velocemente e di getto, seguivo l’ispirazione di un sogno che avevo fatto. E’ stato già straordinario aver concluso il libro e, seguendo il consiglio di mia sorella, l’ho mandato a diversi editori. Non credevo nemmeno lo pubblicassero, figuriamoci se potevo immaginare un successo del genere!
Perché ha scelto come personaggio da affiancare a Bella proprio un vampiro? Cos’ha un vampiro e la storia dei vampiri in genere che la attrae tanto da ispirarle tre successi editi e i prossimi annunciati?
Io non sono mai stata un’appassionata del gotico, non ho mai letto libri del genere. "Twilight", come ho già detto, è nato da un sogno che ho fatto il 2 giugno 2003: una ragazza in un bosco era abbracciata ad un ragazzo bellissimo e, non so perché, ma io sapevo fosse un vampiro. Parlavano delle difficoltà legate al loro amore, potevo percepire l’intensità del loro sentimento in una maniera che mi ha impressionata. Appena sveglia ho voluto trascrivere il sogno per non dimenticarlo e da quelle pagine è nato il tredicesimo capitolo di "Twilight", il cuore del romanzo.
Cosa ricorda del suo viaggio a Volterra nel maggio 2007? Come mai ha scelto proprio l’Italia per ambientare parte della sua saga?
Quella di Volterra è stata un’esperienza meravigliosa, l’ospitalità e il calore con cui sono stata accolta, l’entusiasmo dei fan e i posti che ho potuto visitare… è stato indimenticabile! Dovendo scegliere il Paese di un raffinatissimo vampiro di mille anni non avrei potuto pensare ad altro posto che l’Italia, con la sua storia, l’arte, la bellezza. La scelta di Volterra è stato un caso: avevo pensato a un nome di fantasia, Volturia, poi quando ho scoperto che esisteva davvero un posto chiamato così, mi sono informata ed ho scoperto che aveva tutte le caratteristiche che avevo immaginato: vicoli stretti, spesse mura, segrete, edifici antichissimi.
Qual e’ la sua fonte di ispirazione, o meglio, da cosa trae la fantasia per continuare a far crescere i personaggi della sua saga?
Da quando ho scritto "Twilight" i personaggi che ho creato hanno cominciato ad essere persone reali, non solo per i miei fan, ma anche e soprattutto per me. Non ho potuto più smettere di raccontare le loro storie, perché ormai è come se avessero vita propria.
In "Eclipse" lei riaccende l’eterna lotta tra vampiri e licantropi: creature tipicamente notturne. Questo perché da sempre la notte rappresenta il lato oscuro del mondo e dell’uomo o per qualche altro motivo?
In realtà i Licantropi di cui parlo nei miei romanzi non si trasformano con la luna piena, come nella maggior parte dei film, e non vivono prevalentemente di notte: esistono per combattere i vampiri e si trasformano per reazione a loro e per necessità. Le leggende dei Quileutes, che racconto in "Eclipse", appartengono a una delle parti del romanzo da me preferite, e scriverle è stata un’emozione particolare, ha un fascino diverso da quello dei vampiri. Esiste un finale migliore del matrimonio annunciato tra Bella ed Edward oppure l’amore deve rappresentare sempre “un pericolo mortale”?Non posso dire nulla su quello che succederà fra Bella ed Edward, posso solo dire che io credo nell’amore eterno: per me il vero amore dovrebbe essere qualcosa che va al di là della morte, che permetta di pretendersi l’un l’altra per sempre. Mi piace molto “una sola vita non è abbastanza”.
In quale dei suoi personaggi femminili si rivede di più?
Mi chiedono spesso se mi identifico in Bella, ma in realtà io sono molto più simile a Edward a livello mentale, più assolutista, Bella ha una visione diversa del mondo. In ognuno dei personaggi femminili ovviamente c’è qualcosa di me, ma non c’è un personaggio femminile in cui mi identifichi del tutto
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